Il processo produttivo del vetro di Murano

Tecniche di produzione del vetro di Murano

I maestri muranesi sviluppano, a partire dal Medioevo, una straordinaria abilità nella modellazione a caldo, inventando nuove tecniche e giungendo a proporre forme di notevole eleganza e grande raffinatezza. Vetro soffiato: L’invenzione della soffiatura risale al I secolo a.C. sulle coste orientali del Mediterraneo e rimane l’evento più importante dell’intera storia vetraria.

La tecnica della soffiatura prevede la trasformazione di una massa informe di vetro fuso in un oggetto delicato e trasparente. Calibrando la quantità e la direzione dell’aria insufflata e ricorrendo eventualmente a stampi e pinze, l’artigiano può realizzare una gamma pressoché infinita di forme. Soprattutto a Venezia, la soffiatura rappresenta la tecnica privilegiata per lavori vetrari di alto profilo.

Filigrana: Si crea l’effetto di un delicato merletto all’interno della parete vitrea.

Filigrana a retortoli: Con questa tecnica si ottiene nella parete sottile di cristallo un motivo a fasce parallele di fili variamente intrecciati a spirale, di lattimo o di vetro colorato.

Filigrana a reticello: Con questa tecnica di origine cinquecentesca si ottiene una delicata filigrana di lattimo o di vetro colorato all’interno della parete di cristallo. Murrina: Tecnica antichissima, antecedente alla soffiatura, di cui si era persa traccia per quasi duemila anni e che è stata recuperata nel XIX secolo. Consiste nella fusione al forno di tessere monocrome o di sezioni di canna vitrea policroma secondo un disegno a piacere, così da ottenere un tessuto vitreo coloratissimo.

Scultura: Le difficoltà tecniche legate alla modellazione di pesanti masse di vetro incandescente sono state affrontate a partire dagli anni Trenta. Oggi, la corrente scultorea cui appartengono alcuni dei più apprezzati maestri di Murano, occupa una posizione fondamentale nell’ambito della produzione muranese.

Cristalleria: Con il termine si indica l’insieme dei pezzi di cristallo da tavola. A partire dal Medioevo il servizio da tavola è un tipico prodotto delle vetrerie di Murano. Attualmente i più noti designer collaborano con le vetrerie per la realizzazione dei modelli contemporanei.

Specchi: Nei secoli passati le lastre vitree prodotte a Murano manualmente (ricavate aprendo un cilindro soffiato) venivano elaborate nelle botteghe veneziane degli specchieri. La tradizione si è conservata ed esperti artigiani dello specchio conoscono e applicano oggi le più raffinate tecniche decorative così da eguagliare la qualità dei manufatti antichi.

Decorazione a smalto: Si tratta di una pittura ornamentale eseguita con un materiale formato con gli stessi componenti della parete vitrea su cui viene applicata. Di discendenza islamica e bizantina, l’arte dello smalto si sviluppa a Murano nel XIII secolo.

Incisione: E’ applicata preferibilmente sul cristallo incolore o lievemente colorato con due modalità: graffito a punta di diamante e incisione a rotina (quest’ultima realizzata con una piccola ruota metallica e più profonda).

Perle vitree: Le più semplici sono le “conterie”: perline arrotondate o a spigolo vivo, ottenute sezionando tubicini forati tirati in fornace per una lunghezza di decine di metri. La manualità si esalta nella cosiddetta lavorazione a “lume”. Il loro pregio consiste nella vivacità dei colori e nella brillantezza.

Lavorazione a lume: Si esegue utilizzando come semilavorato una canna vitrea colorata non forata ammorbidita con il fuoco che fuoriesce da un cannello alimentato a gas. La perlera (questa lavorazione è prevalentemente eseguita da donne, denominate “perlere”) avvolge la canna intorno ad un tubicino metallico, conferendo alla perla la forma desiderata e decorandola con vetro policromo. Questa tecnica permette di realizzare oggetti in forma di fiori, animali, figure umane, ecc. Tre sono i tipi principali di perla a lume: la perla sommersa, la perla a millefiori, la perla decorata con le “vette”. La perla sommersa deve il suo pregio alla sovrapposizione di strati vitrei diversamente colorati, grazie all’uso di differenti canne, spesso con l’inclusione di foglia d’oro o d’argento.

Graffito a punta di diamante: Tecnica raffinatissima che crea sui cristalli un effetto di lievissimo merletto che valorizza ancor di più la sottigliezza del vetro.

Avventurina: Vetro translucido spruzzato di particelle di rame con ossidi metallici brillanti, per ottenere un’imitazione del quarzo-avventurina. L’aggiunta alla miscela vetrosa di depositi di rame provoca negli oggetti in vetro un luccichio rosso-bruno.

Millefiori (or Mosaic Beads): Tecnica consistente nell’inserire in una massa di vetro trasparente verghette o elementi vitrei policromi disposti a mosaico in modo da realizzare un prefissato motivo decorativo. La tecnica viene utilizzata a Murano nel XIX secolo.

Lattimo (Milk glass): Un vetro bianco opaco simile alla porcellana, il nome ha origine dalla parola “latte”.

Incalmo: Detta anche decorazione a fili applicati. Difficile e tipica tecnica muranese consistente nella saldatura a caldo di due soffiati aperti, generalmente di colore diverso, lungo i due orli di uguale circonferenza, così da ottenere in uno stesso oggetto zone coloristiche differenziate.

Sommerso (sommerso beads): Tecnica che prevede la sovrapposizione di strati vitrei diversamente colorati, grazie all’uso di differenti canne. Questa tecnica è detta anche Aventurine Beads perchè è proprio l’Avventurina a far risaltare gli strati di vetro di colori diversi.

Zanfirico: Viene eseguito con delle piastrine di vetro colorato che dopo essere state riscaldate nel forno, vengono attorcigliate fino ad ottenere un particolare motivo a spirale. Zanfirico si può trovare solo sull’isola di Murano.

Foglia d’oro e d’argento: Tecnica preziosa che consiste in un sottilissimo riquadro d’oro puro che viene inglobato nel vetro ancora allo stato pastoso. L’oro può essere poi ricoperto da un ulteriore strato vitreo trasparente. Se il vetro viene soffiato la foglia d’oro si frantuma e conferisce all’oggetto una grande luminosità data dal pulviscolo dorato. I più antichi vetri muranesi a foglia d’oro che conosciamo risalgono alla seconda metà del XV secolo. La foglia d’argento viene invece utilizzata a partire dal XIX secolo.

Calcedonio: Pasta vitrea molto simile ad una varietà del calcedonio naturale con la presenza di venature naturali colorate e contrastanti con il colore di sfondo. E’ realizzato mixando i coloranti con una fusione di diversi tipi di vetro.

Ghiaccio: Questa tecnica decorativa consiste nell’immergere il vetro incandescente attaccato alla canna da soffio in un secchio d’acqua. Lo shock termico determina una fitta rete di fessure in superficie. Il maestro vetraio riscalda poi delicatamente il pezzo nel forno così che persista l’effetto simile a ghiaccio, pur mantenendo l’integrità della parete vitrea.

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